E' dedicato al rapporto tra politica e giovani il quinto numero di caosinforma giovani. Un tema difficile, spesso "scansato" dai giovani e non certo per colpa loro. Tropppo distante dai loro problemi, dal loro linguaggio, dalla loro sensibilità sociale, la poltica è tuttavia entrata nel mirino dela redaziione di caosinforma giovani e, coerentemente con la scelta di andare oltre gli schemi
nell'analizzare la realtà sociale che li circonda, la rivista ne approfondisce, in modo nuovo e controcorrente, alcuni aspetti e rilancia la necessità di un impegno non pregudizilmante ideologico.
Di seguito l'articolo di fondo.
La pecora nera
Per molti “forse” fare politica significa salvaguardare i propri interessi, o nella migliore delle ipotesi perseguire un ideale; ma un dato è certo: il divario fra politica e giovani. Probabilmente questo divario è dovuto ad una percezione erronea del “fare politica”; se così fosse…
Cos’è realmente la politica?
I greci definivano con il termine politeia (derivato da polis) oltre la cittadinanza, ossia l’essere membro di una città, la partecipazione al governo della stessa. La cittadinanza attiva è essenziale per far parte della comunità. La politica non richiede necessariamente di partecipare a schieramenti politici, poiché anche iniziative locali, come chiedere il ripristino del parco del quartiere, è una forma di cittadinanza attiva. Essere politicamente attivi è quindi facile, ma nonostante questa ovvia conclusione l’attivismo è di raro riscontro nei giovani. Arriviamo così alla seconda domanda:
Cosa richiede la cittadinanza attiva?
Essere la pecora nera del gregge. Con questa affermazione intendiamo la volontà del
singolo individuo di uscire dall’indifferenza comune e di affrontare un problema della comunità. Spesso, anche le questioni più semplici non vengono affrontate, perché sono ritenute un problema della comunità e non sentite come nostre; si attende che “quasi per magia” il parco del quartiere si ripristini da solo o che “qualcuno” si attivi al posto nostro. A voi le conclusioni di dove possa portare un comportamento del genere, se tutti la pensassimo in questa maniera. Fare cittadinanza attiva da soli non è facile, se un problema deve essere esposto alle persone competenti, verrà sicuramente preso in maggiore considerazione se si tratta di un gruppo di persone, e sicuramente un problema del singolo può essere un problema di molti. Purtroppo questo secondo passaggio, dal singolo al gruppo, non è così automatico come può sembrare. Quando si cerca di coinvolgere le persone ad affrontare la situazione non si fa la pecora nera, ma lo si diventa. Per alcuni diventiamo i disturbatori della loro tranquillità, della loro indifferenza dei problemi comuni e della ristrettezza del loro egocentrismo.
Risposte del tipo “non è un problema mio” o per chi fosse più diplomatico “ma chi te lo fa fare”, sono frequenti e per quanto ci sforziamo non riusciremo mai a capire come non sia chiaro, per alcuni, che se un problema è della comunità è anche un problema del singolo.
Esistono diversi modi per fare e promuovere la cittadinanza attiva. Caos giovani è nato dalla volontà di dare voce alle voci dei giovani e di creare un giornale giovane per i giovani scritto da giovani, ma questo ci rende cittadini attivi? La risposta è sicuramente “SI”. Scrivere Caos giovani, e naturalmente anche leggerlo, ci rende dei cittadini attivi; mettiamo in risalto ciò che ci sembra sbagliato, diamo il nostro punto di vista da giovani su alcuni argomenti, cerchiamo di dare voce ad una parte fondamentale della comunità, i giovani.
Essere attivi richiede impegno, cercare altre persone è difficile, ma promuovere la cittadinanza attiva non è impossibile. Anche quando iniziamo da soli, le nostre attività riescono a passare attraverso l’indifferenza generale. Il dubbio si diffonde nelle persone, il problema degli “altri” inizia a diventare il proprio problema.
Si inizia con l’essere l’unica pecora nera, ma fra i tanti che ci ascoltano qualcuno diventa nero come noi, un gregge di pecore nere.
La redazione